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Solidali con Samuele… però per davvero!

Solidali con Samuele, sfortunato “rider” paralizzato dopo l’incidente.
Ma solidali per davvero.

Lettera inviata all’Ufficio Stampa della Direzione Generale dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Rovigo ed al Corriere della Sera da Stefano Ferraresi, direttore del reparto di Neurochirurgia dell’Ospedale di Rovigo

Comitato di Presidenza SINch
Paolo Cappabianca, Francesco Sala, Vincenzo Esposito

“Abbiamo conosciuto Samuele una notte, dopo l’incidente occorsogli ormai un paio di mesi fa. Giungeva in Neurochirurgia in stato di grave ipotensione da shock midollare ed era paralizzato alle gambe e quasi del tutto paralizzato alle braccia. Abbiamo subito iniziato un trattamento medico aggressivo per controbilanciare il gravissimo pericolo di vita. La diagnostica neuroradiologica, che già aveva rilevato la frattura della quinta vertebra cervicale, escludeva la necessità di trattamento chirurgico per attenuare la grave lesione midollare….Avremmo passato notti intere in sala operatoria, se solo avessimo avuto l’idea che un intervento lo avrebbe potuto aiutare, tanto subito, malgrado il rischio di vita, che nelle settimane successive, durante le quali Samuele è via via diventato il beniamino degli infermieri e di noi medici. Lo abbiamo indirizzato al Centro di Riabilitazione di Montecatone, che gode fama di struttura riabilitativa particolarmente adatta ai medullo-lesi, abbiamo sperato e tuttora continuiamo a sperare in un suo recupero, almeno tale da consentirgli una buona vita di relazione.

Per caso apprendiamo dal vostro giornale online di questa raccolta fondi. Mia figlia mi vede scrivere al computer e mi conferma, senza sapere nulla della vicenda, che via Instagram è tutto un fiorire di iniziative dei suoi coetanei in favore di Samuele.

Il reparto da me diretto, malgrado si trovi in una piccola città, è particolarmente esperto nelle lesioni traumatiche del sistema nervoso; siamo in grado di eseguire qualunque procedura chirurgica per sanare le lesioni traumatiche di quest’area. Quando servono però.

Vi pare possibile che tra tutte le Neurochirurgie da cui siete circondati, che potrebbero operare il Sig. Bergantin con l’assistenza del nostro Sistema Sanitario (della cui universalità continuo  ad essere orgoglioso perché  ha pochi eguali nel resto del mondo), le speranze di camminare di Samuele debbano essere riposte proprio su di un Carneade autoreferenziale, che opera, guarda caso in una struttura privata a pochi chilometri da noi, e che garantisce il 50% di successi, guarda caso come le speranze  nella forza guaritrice della Natura?……..

Allora fatevi e fateci un regalo: difendete Samuele e la sua voglia di guarire. Utilizzate i soldi raccolti perché lo possano aiutare ad affrontare le difficoltà e le sfide che la vita gli offrirà nella sua nuova condizione. E la vostra stampa accenda il fuoco della conoscenza e dell’informazione: la fiamma terrà lontani i lupi.”

Un proverbio popolare vuole che l’erba del vicino sia sempre più verde di quella del proprio giardino.

E così i nostri conterranei, pazienti, ammalati, familiari, hanno spesso la tentazione di allontanarsi da casa per avere cure speciali e si rivolgono al luminare di turno, talora lontano, magari in un altro paese, la cui fama è alimentata in modo non proprio e non solo scientifico.

Negli ultimi anni il fenomeno ha ricevuto un’accelerazione senza precedenti grazie alla grancassa dei social network, permettendo di raggiungere la pietas di tante persone che, mosse da spirito caritatevole, finiscono per alimentare inconsapevolmente viaggi della speranza ed interventi non validati dalla medicina ufficiale.

Ciò ha ovviamente risvolti positivi accanto, però, ad aspetti negativi. E sono questi che, come Società Italiana di Neurochirurgia, vogliamo condannare senza appello.

Ogni giorno assistiamo a “raccolte fondi” su piattaforme web dedicate o alimentate dal semplice “passaparola” perché un ammalato, spesso bambino o giovane adulto, possa trovare le cure migliori nel Centro straniero o privato o nel quale lavora “questo o quello”, mentre cure analoghe o più sicure può riceverle vicino casa. L’ultima di queste segnalazioni è passata attraverso “Rovigoindiretta”, per favorire un intervento di “microchirurgia estrema”: ”Aiutiamo Samuele a camminare ancora”.

La SINch ribadisce la sua posizione netta contro questo fenomeno: non esistono cure miracolose, non si può fare il trapianto della testa, non si può ancora restituire continuità funzionale ad un midollo spinale lesionato, non è lecito fare sperimentazione sull’uomo in nome di formule irrituali, non c’è altra microneurochirurgia che sia microchirurgia e basta.

Non intendiamo limitare in alcun modo il diritto di ciascuno a scegliere dove curarsi o da chi farsi curare, ma allo stesso tempo questo diritto non può esercitarsi a scapito del buon nome o della professionalità di tantissimi neurochirurghi che su tutto il territorio nazionale ed in maniera gratuita praticano una neurochirurgia suffragata dal riscontro della scienza. Come SINch continueremo a supportare la creazione o la crescita dei Centri di Eccellenza per varie patologie senza, però, che questo significhi andare contro il fondamentale principio dell’universalità delle cure, che rimane il cardine del nostro Sistema Sanitario Nazionale, considerato tra i migliori al mondo.