Il 10 maggio 2025 ci ha lasciati il Professor Manfred Tschabitscher, anatomista straordinario e scienziato di fama internazionale, ma soprattutto uomo indimenticabile per tutti coloro che hanno avuto la possibilità di conoscerlo ed in particolare per chi, come me, ha avuto la grande fortuna di essere stato suo amico.
Nato a Salisburgo il 29 giugno 1946, si laureò in medicina nel 1973 all’Università di Vienna e nello stesso anno iniziò il suo percorso accademico presso l’Istituto di Anatomia nella stessa illustre Università, dove ha proseguito la sua lunga carriera di docente e professore.
Il Professor Tschabitscher è stato un pioniere nello studio dell’anatomia applicata alla microneurochirurgia e nello sviluppo dell’anatomia endoscopica del basicranio e delle vie endonasali. Fondatore e direttore del Gruppo di Studio di Anatomia Microchirurgica dell’Università di Vienna, nonché della Società per la Promozione della Ricerca in Anatomia Microchirurgica ed Endoscopica, creò un laboratorio attrezzato con le più moderne tecnologie per le procedure microchirurgiche ed endoscopiche. In questo laboratorio, in realtà organizzato come una vera e propria sala operatoria, sono stati accolti chirurghi provenienti da ogni parte del mondo, ai quali è stata data la possibilità non solo di approfondire la conoscenza delle strutture anatomiche ma anche di sviluppare tecniche ed approcci innovativi, soprattutto nella chirurgia ed anatomia endoscopica del basicranio.
Il professor Tschabitscher ha avuto un ruolo eccezionale per la Neurochirurgia italiana, accogliendo nel suo laboratorio specializzandi e specialisti provenienti da ogni scuola e condividendo con estrema generosità le sue enormi conoscenze anatomiche.
Per merito del professor Tschabitscher fu possibile organizzare, nel dicembre1996, il primo Corso Italiano di Microneurochirurgia Applicata, grazie al quale ebbi l’onore di introdurlo alla comunità neurochirurgica italiana. In quegli anni, realizzare un corso su preparati anatomici umani era un’impresa complessa, perfino rischiosa sul piano legale. L’organizzazione di quel primo corso, tenuto a Teramo, fu entusiasmante ed anche un po’ avventurosa, con i preparati anatomici trasportati da Vienna scrupolosamente imballati e seminascosti nel bagagliaio di un’auto. Il professor Giampaolo Cantore fu il Presidente del corso, il cui valore scientifico fu convalidato dal patrocinio della Società Italiana di Neurochirurgia.
A quel primo corso ne sono seguiti altri diciannove, sempre sotto l’egida della SINch. Il professor Roberto Delfini mi è sempre stato accanto nella preparazione di ogni corso ed il professor Cantore è stato il Presidente delle varie edizioni fino alla sua scomparsa. Mi è doveroso ricordare che l’ultimo Corso Italiano di Microneurochirurgia Applicata (il ventesimo) si è svolto a Pozzilli, codiretto dal professor Vincenzo Esposito, nel 2023: è stata l’ultima presentazione scientifica del professor Tschabitscher.
Con Manfred Tschabitscher ed il professor Delfini, sotto il patrocinio della SINch, sono state organizzate, tra il 2005 e il 2011, sette edizioni del Corso Teorico-Pratico di Chirurgia strumentata del Rachide Cervicale all’ Università di Vienna.
Questi corsi hanno consentito a centinaia di neurochirurghi italiani di apprezzare non solo la grande conoscenza scientifica del professor Tschabitscher, ma anche il suo grande entusiasmo e la sua enorme generosità.
Manfred era un uomo che, a un primo sguardo, poteva sembrare severo e distaccato, ma in realtà possedeva un’empatia e una sensibilità rare. Furono queste qualità a guidare la sua professione: avrebbe voluto diventare chirurgo, ma non sopportava l’idea di dover dare cattive notizie ai pazienti e alle loro famiglie. Scelse quindi l’anatomia, con l’arguta considerazione che “ai morti non si devono dare brutte notizie”. L’ampio campo di conoscenza del professor Tschabitscher travalicava il campo dell’Anatomia Umana e delle sue pratiche applicazioni in campo neurochirurgico, estendendosi alla anatomia “traslazionale” per altre specialità chirurgiche nonché alla anatomia comparata dei mammiferi per veterinari. La sua curiosità scientifica era enorme e lo portò a considerare la teoria e l’analisi dei frattali e la loro applicazione nel campo delle neuroscienze; il professor Antonio Di Ieva, che lo introdusse all’ argomento all’epoca in cui, giovane neurochirurgo, lavorava a Vienna e frequentava il laboratorio di neuroanatomia, riuscì a entusiasmare il professor Tschabitscher al punto da venire ufficialmente definito da Manfred stesso come uno dei suoi tre amici veri.
L’impegno scientifico del professor Tschabitscher è testimoniano dagli oltre 300 articoli pubblicati su riviste internazionali e dai numerosi capitoli in libri.
Il professor Tschabitscher, già socio internazionale onorario, fu nominato Socio Benemerito della Società Italiana di Neurochirurgia durante il 71° Congresso SINch del 2022, presieduto dal professor Paolo Cappabianca.
Manfred era rigoroso ed esigente con sé stesso e con gli altri, sapeva aprirsi con generosità solo a chi dimostrava impegno, curiosità e passione. Pretendeva, giustamente, il massimo rispetto per i “suoi” preparati anatomici, che chiedeva fossero trattati come se fossero pazienti veri. Amava l’eleganza nel comportamento, nei gesti, nelle parole, nella scrittura. Amava la musica classica, l’arte in genere, i discorsi concreti e soprattutto concisi ed il silenzio quando necessario. Amava la natura (coltivava albicocche e peperoncini nell’orto privato del suo attico all’ ottavo piano di un palazzo un po’ demodé nella prima periferia di Vienna). Amava i suoi gatti (due Main Coon giganti) in maniera spropositata.
Ho potuto conoscere a fondo il vero Manfred durante i giorni trascorsi insieme d’estate, quando veniva in vacanza a Tortoreto per qualche giorno (almeno una settimana). Era questo un appuntamento annuale, che attendevamo con ansioso piacere entrambi. Manfred, durante quei brevi periodi, si spogliava del suo carattere “prussiano” (lo era sua madre) e diventava un amabile meridionale, gentile ed estroverso con la gente del posto, innamorato del sole e del mare, mai sazio del buon cibo, del buon vino e del caffè italiano, persino troppo gentile con mia moglie (che me lo indicava come esempio di signorile comportamento) e troppo paziente con le mie figlie, amico delicato dei miei pochi amici, i quali lo ricambiavano con affettuose attenzioni. Ricordo ancora con grande nostalgia che le uniche discussioni accese fra di noi sono avvenute di fronte ad un televisore, quando Ferrari e Mercedes correvano in formula 1 o quando Italia e Germania si affrontavano in un campionato.
Coerente fino in fondo, il professor Tschabitscher ha scelto di donare il proprio corpo al suo istituto, proseguendo anche oltre la vita quel percorso di ricerca e insegnamento che lo ha definito.
Voglio infine dedicare un pensiero di grande affetto e sincera gratitudine a Doris, moglie di Manfred e compagna di una vita, che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere nell’intimità familiare.
Renato J. Galzio
Antonio di Ieva