Relazione del Presidente SINch
Il giorno 14 Dicembre 2018 si è svolto alla Camera dei Deputati a Roma un incontro promosso dal Collegio dei Chirurghi al quale abbiamo partecipato il dr. Reza Gadirpur, tesoriere SINCH, ed io.
Il Titolo della riunione era: Intramoenia: necessità e proposte di una regolamentazione nazionale il cui scopo era di discutere e poter esprimere il pensiero dei rappresentanti di tutte le società chirurgiche nei confronti delle proposte da più parti ventilate di abolire l’attività libero professionale in intramoenia (ALPI). Era presente un rappresentante del governo, Dr. Misiti (membro della Commissione di Bilancio della Camera dei Deputati),
L’attività libero professionale intramoenia è stata invocata in diverse occasioni da parte di esponenti politici come una delle principali cause dell’allungamento delle liste d’attesa. Pertanto la proposta di abolirla verrebbe vista come la soluzione del problema delle liste d’attesa.
Sono state presentate diverse istanze da parte dei responsabili delle varie società chirurgiche italiane.
Tutti i relatori hanno messo in evidenza che l’attività intramoenia rappresenta una percentuale irrilevante dell’attività sanitaria degli ospedali pubblici:
0.36% dei ricoveri è in libera professione
6.6% dell’attività ambulatoriale.
E’ peraltro vero che vi è un legame tra liste di attesa e richiesta da parte dei pazienti del regime libero professionale, ma quest’ultimo è la conseguenza non la causa delle lunghe liste d’attesa. E le liste d’attesa lunghe sono dovute alla cronica e strutturale inefficienza delle strutture pubbliche.
I colli di bottiglia per l’attività chirurgica sono la disponibilità di sale operatorie, i tempi di cambio tra gli interventi, gli orari ridotti delle diagnostiche, la mancanza di personale, la disponibilità di posti letto in Rianimazione o in Terapia Subintensiva.
Nelle strutture pubbliche non c’è alcuna forma di incentivazione reale del personale medico e infermieristico in funzione della produttività. I cosiddetti incentivi hanno valori che oggi sono irrisori e non sono realmente legati all’attività svolta, ma solo al contenimento della spesa.
E’ stato ribadito che la libera professione è espressione di un valore e di una competenza che in qualunque altra professione viene remunerata. Senza contare che il potere d’acquisto dei nostri stipendi è diminuito del 60% nel corso degli ultimi 10 anni di contratto non rinnovato.
Ridurre o togliere l’unica forma di incentivazione che è l’ALPI può solo portare ad una ulteriore disincentivazione e ad un peggioramento dell’efficienza.
E’ stata inoltre formulata l’ipotesi che l’abolizione dell’intramoenia eliminerebbe la quota stipendiale di indennità. Questa stessa cifra potrebbe essere tradotta in un aumento dello stipendio, presentando così il doppio risultato twittabile di aumentare significativamente lo stipendio dei medici che soffrono da anni per il contratto bloccato, e abolire il lucro da parte di quest’ultimi sulla pelle dei pazienti. (risultato netto = zero. In più senza l’income intramoenia)
Pertanto il CIC ha steso il documento in calce, da presentare alla controparte politica per dar voce alle istanze dei chirurghi.
Come SINCH abbiamo ritenuto giusto partecipare e dare il nostro contributo.
Marco Cenzato
Download del Documento Condiviso CIC – Collegio Italiano dei Chirurghi