Neuroendoscopia
E’ una tecnica neurochirurgica che si avvale di uno strumento di visualizzazione, l’endoscopio, per accedere al bersaglio chirurgico attraverso cavità naturali o corridoi predeterminati. L’endoscopio può essere, a seconda della sede e della natura della patologia da trattare, alternativo o complementare al microscopio operatorio (in questo secondo caso si parla di microchirugia endoscopio-assistita).
Metodica
La metodica endoscopica in neurochirurgia si può suddividere in tre categorie: l’endoscopia cerebrale, l’endoscopia endonasale al basicranio e l’endoscopia spinale.
Endoscopia cerebrale
Nasce per trattare le patologie dei ventricoli cerebrali ed i disturbi della dinamica liquorale, in particolare l’idrocefalo.
La più diffusa procedura endoscopica cerebrale è la terzoventricolo-cisternostomia, che consente il trattamento dell’idrocefalo ostruttivo.
Anche la neurooncologia può avvalersi in casi selezionati dell’endoscopia, che può essere impiegata per la biopsia di tumori cerebrali – in particolare quelli a sede intra-paraventricolare – o laddove sussistano le condizioni idonee, per la rimozione di tumori cerebrali profondi, mediante corridoi tubulari attraverso il parenchima cerebrale.
Altre applicazioni della neuroendoscopia, seppure meno diffuse, sono l’evacuazione delle emorragie intraventricolari.
Endoscopia endonasale
Sfrutta un corridoio naturale che, attraverso le cavità nasali e paranasali, garantisce accesso alle regioni mediane e paramediane della base cranica. Questa metodica consente il trattamento di patologie della regione ipofisaria, quali gli adenomi ipofisari, ma anche altri tumori come i craniofaringiomi, i meningiomi, i cordomi, etc.
Va riportata, in questo contesto, l’attività delle cosiddette “Pituitary Units”, nate già da alcuni decenni e costituite da team di neurochirurghi, endocrinologi, neuroradiologi, patologi e radioterapisti, con competenze specifiche nel campo dei tumori della regione ipotalamo-ipofisaria.L’avvento di nuove terapie farmacologiche, l’evoluzione delle tecniche chirurgiche, l’affinamento delle metodiche diagnostiche ed il progresso tecnologico in ambito radioterapico, garantiscono migliori risultati in termini di qualità di vita e sopravvivenza.
Endoscopia spinale
Viene attualmente proposta come metodica minimanente invasiva alla chirurgia della colonna vertebrale, soprattutto per il trattamento di patologie degenerative del disco intervertebrale.
La più recente innovazione per la visualizzazione del campo operatorio, alternativa al microscopio, è rappresentata dall’esoscopio, che si avvale della stessa modalità di visione dell’endoscopio, per cui il chirurgo opera guardando direttamente il monitor, senza l’ingombro del microscopio tra sé stesso ed il paziente.
Responsabile:
prof. Luigi Maria CAVALLO
Risorse e documenti
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