Neurochirurgia Funzionale

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Neurochirurgia Funzionale

La Neurochirurgia Funzionale è una subspecialità della neurochirurgia che si occupa, ex alteris, della terapia di alcuni gravi disturbi del sistema nervoso centrale o periferico, attraverso la modulazione dei processi che sottostanno le malattie stesse, rappresentati da specifici “centri” e “collegamenti” che controllano, nel soggetto sano, le differenti funzioni nervose. 

La neurochirurgia funzionale spesso utilizza tecniche chirurgiche minimamente invasive ed è uno degli esempi più riusciti in cui la tecnologia e le conoscenze di bioingegneria, matematica, fisica e informatica vengono applicate con successo alla pratica clinica e, più in particolare, alla neurochirurgia. 

Campo di interesse e tecniche

Il campo di interesse di tale branca della Neurochirurgia è molto ampio e in continua evoluzione e strettamente collegato alla ricerca scientifica e all’innovazione tecnologica

Le tecniche stereotassiche sono alla base di tale superspecialità e hanno per obiettivo quello di raggiungere con estrema precisione il “target”, cioè il “bersaglio” all’interno del cranio del paziente mediante l’uso di particolari dispositivi – chiamati correntemente caschi – costituiti da un telaio in materiale ultraleggero e resistente (solitamente il titanio o particolari resine plastiche), che viene fissato alla testa del paziente. Ciò ha lo scopo di inscrivere la testa del paziente (sempre diversa nella forma e nelle dimensioni) in una figura geometrica tridimensionale (cubo o cilindro) di dimensioni note, permettendo così di individuare, per ogni punto o regione di interesse all’interno di tale spazio, le precise coordinate matematiche. In realtà, oggi, grazie all’uso del computer e di particolari attrezzature chiamate “neuronavigatori”, in molti casi non è più necessario l’uso del casco stereotassico, in quanto i movimenti del chirurgo sono guidati istante per istante dal computer, proprio come fa il “navigatore” o sistema GPS (Global Positioning System). 

Le tecniche sterotassiche sono utilissime anche per eseguire biopsie di lesioni intracraniche in chiave minimamente invasiva, anche in zone cerebrali piccole o situate in profondità, limitando l’aggressione chirurgica ad un semplice foro di trapano e causando un traumatismo minimo al tessuto cerebrale limitrofo, altrimenti altamente funzionale. 

Gli anni ’90 hanno segnato una svolta fondamentale in tale disciplina, con il passaggio dalla fase lesionale, in cui venivano danneggiati i target cerebrali prescelti con lesioni termiche, alla fase di stimolazione, caratterizzata dall’inserimento di elettrodi di dimensioni di 1 millimetro in questi centri nervosi, perchè si è osservato che, con l’impiego di correnti elettriche di bassissima intensità, era possibile ottenere risultati clinici sovrapponibili alla precedente tecnica, con il rispetto dell’integrità anatomica del cervello. 

La neuro stimolazione dei nuclei della base, definita “Stimolazione cerebrale profonda” (Deep brain stimulation o DBS), è oggi ampiamente utilizzata non solo nel trattamento dei disturbi del movimento (ad esempio, la Malattia di Parkinson), previa accurata selezione da parte di un team multidisciplinare, ma anche nella terapia di altre patologie, quali la sindrome di Gilles De La Tourette, disturbi psichiatrici, sindromi ossessivo-compulsive, casi di epilessia farmacoresistente e a insorgenza multifocale e nel trattamento del dolore cronico.

Un’altra applicazione della Neurochirurgia Funzionale è la stimolazione del nervo vago per la cura dell’epilessia farmaco resistente e della depressione. 

Trattamenti per la terapia di sindromi dolorose periferiche sono rappresentati dalla stimolazione di porzioni del midollo spinale o di nervi periferici.
Tecniche che inducono lesioni o disconnessione di centri nervosi e sistemi di diffusione dell’impulso cerebrale vengono impiegate per la terapia di forme gravi di epilessia farmaco resistente ad eziologia multifocale. 

Metodica FUS

La metodica FUS (Focused UltraSound) è di di recente introduzione e sta trovando applicazione in molte forme di tremore essenziale e consiste nell’induzione di lesioni circoscritte dei nuclei della base ottenute attraverso tale strumento durante un sofisticato esame di risonanza magnetica.

La spasticità rappresenta un altro importante capitolo della Neurochirurgia Funzionale e viene trattata nei diversi Centri Italiani di Neurochirurgia Funzionale con l’applicazione di pompe che permettono l’infusione continua nel sistema nervoso di baclofene (farmaco miorilassante) o con sofisticati interventi di sezione di porzioni ben localizzate del midollo spinale.

FOTO R.A. RICCIUTI
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Responsabile:
dott. Riccardo Antonio RICCIUTI

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